Modica – Il centenario della nascita del Nobel
LA POESIA DI QUASIMODO ESALTATA DAL BAROCCO IBLEO
Grande successo di pubblico e di critica per lo spettacolo “In pietra mutata ogni voce”
Antonio Di Raimondo
Gazzetta del Sud 22/08/2001
Modica – L’incantevole scenario barocco del duomo di San Giorgio ha fatto da cornice allo spettacolo In pietra mutata ogni voce con il quale la città che ha dato i natali al Nobel per la Letteratura Salvatore Quasimodo ha festeggiato i cento anni di uno dei suoi figli più illustri. Alla presenza del pubblico delle grandi occasioni, il percorso musical-teatrale di alta poesia ha ammaliato tutti, complice anche lo splendido ed evocativo proscenio della maestosa scalinata del duomo di San Giorgio, resa ancora più suggestiva dal sale sparso per ottenere un magico effetto neve, esaltato da intensi giochi di luce in perfetto accordo con la facciata del duomo, resa fiabesca e surreale.
(in prima)
(segue dalla prima)
Atmosfera surreale e fiabesca sulla maestosa scalinata del Duomo, trasformata in grande teatro di pietra
L’OMAGGIO DI MODICA A QUASIMODO
Modica – La città che ha dato i natali al Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo, non poteva che festeggiare in modo solenne e sobrio al contempo il poeta, figlio illustre della nostra terra. I presupposti affinché l’originale spettacolo In pietra mutata ogni voce si rivelasse un grande successo c’erano tutti, e così è stato: alla presenza del pubblico delle grandi occasioni, attento e numeroso, il percorso musical-teatrale di alta poesia ha ammaliato tutti, complice anche lo splendido ed evocativo proscenio della maestosa scalinata del duomo di San Giorgio, resa ancora più suggestiva dal sale sparso per ottenere un magico effetto neve, esaltato da intensi giochi di luce in perfetto accordo con la facciata del duomo, resa fiabesca e surreale.
“I poeti – afferma il direttore artistico Giovanni Spadola – sono il sale della terra, possedendo la grande forza di cantare la vita, la nostra storia. È la testimonianza, per una comunità, di possedere ancora una grande risorsa: parlare con la voce dei propri poeti”.
Tutto ciò ha avuto ancora più forza, grazie allo spazio scenico costituito da un naturale teatro di pietra, uno degli spazi più suggestivi del luogo, come la scalinata del duomo di San Giorgio con la sua inconfondibile facciata a fare da sfondo.
“Tutta la scenografia è stata curata fin nei minimi dettagli al fine di mettere in scena uno spettacolo da ricordare, un degno omaggio a Salvatore Quasimodo nel centenario della nascita. Questo progetto scenico – conclude il direttore artistico – è stato il frutto di un attento e certosino studio dell’humus poetico quasimodiano e di una preziosa tessitura drammaturgica”.
“Uno sforzo organizzativo da far tremare i polsi – dichiara il regista Angelo Ruta, che si è avvalso di Serena Cartia per le coreografie dei figuranti e di Giusi Digrandi per le scene, i costumi e le luci – ma al termine dello spettacolo la soddisfazione è stata indescrivibile. Sono riuscito a portare in scena le mie idee con una fedeltà tale da superare tutte le aspettative, suddividendo l’azione in sette quadri tematici: notte, amore, fato, guerra, vita, terre e acque. L’azione è stata quindi legata o interrotta, di volta in volta, con la musica, in modo da cogliere la forza espressiva dei gesti quotidiani, assieme alle tensioni e all’emotività dei versi, in un originale connubio tra grecità e sicilianità. Tutto ciò ha reso possibile un denso ma scorrevole percorso tra i nuclei tematici di fondo della poetica quasimodiana.
Tali quadri, che circoscrivono la poesia del mito siculo-greco, hanno infine chiuso la parabola umana e poetica di Quasimodo con i versi dell’Odissea di Omero, quasi a sancire un’analogia con Ulisse, involontario esule al pari del poeta”.
Il tempo pareva essersi fermato, in quella magica serata di fine agosto soffusa di poesia, quando il figlio del poeta, Alessandro Quasimodo, ha letto con animo accorato i versi del padre, coadiuvato dalla vellutata voce di Carla Cassola, nella cornice di un irreale silenzio. Di raro impatto, poi, le scene interpretate con superba espressività dai 70 figuranti che hanno animato la scalinata, figure al tempo stesso fantastiche e sfuggevoli come l’aria, in un vorticoso movimento di vividi colori.
“Uno straordinario lavoro pensato, progettato e realizzato da giovani artisti modicani – ha affermato l’assessore alla Cultura Giuseppe Barone al termine dello spettacolo -, attori che si stanno formando con ottimi risultati nel laboratori teatrali di Modica e Pozzallo: questo è per tutti noi motivo di orgoglio e di grande tradizione”.
Gli fa eco il sindaco Carmelo Ruta secondo cui In pietra mutata ogni voce ha senza dubbio presentato sostanziali novità sul piano interpretativo dei valori letterari espressi da Salvatore Quasimodo. Il Comune di Modica ha fortemente voluto questa iniziativa, resa possibile attraverso una validissima sinergia di forze che ha visto il sostanziale apporto del parco Letterario “Salvatore Quasimodo – La terra impareggiabile” e della “Gioventù Musicale d’Italia”, di cui fa parte Mariolina Marino, la quale si è detta felice di aver avuto l’onore e l’onere della produzione esecutiva nell’ambito di un progetto di così ampio respiro, che ha presentato altresì un’alta valenza culturale in una cornice di estrema originalità.
Uno spettacolo, dunque, con il quale si è voluto celebrare degnamente Salvatore Quasimodo, nello stesso giorno della sua nascita in quella piccola casa di via Posterla, attraverso una visione inedita ed evocativa del poeta, che ha dato vita ad una esperienza nuova e indimenticabile.
La città ha onorato il suo illustre figlio. Sessanta persone, tra attori e figuranti, con la partecipazione del figlio Alessandro, hanno raccontato la sua opera
MODICA, CENTENARIO DI QUASIMODO, SPETTACOLO MAGNIFICO E “SUPERBO”
Loredana Modica
Giornale di Sicilia 22/08/2001
Modica (Rg) – La città ha tributato i giusti onori al premio Nobel per la Letteratura Salvatore Quasimodo nel centenario della nascita. In una serata calda, davanti a uno scenario surreale, attori e musicisti hanno tenuto un pubblico composto e rispettoso con il naso all’insù ad ammirare il più bell’esempio di barocco della città, impareggiabile palcoscenico di uno spettacolo pensato e diretto magistralmente da Angelo Ruta.
Il Duomo di San Giorgio, con cumuli di neve sull’ampia scalinata, è stato il luogo ideale per una rappresentazione che ha visto sessanta attori rincorrersi, abbracciarsi, cantare, con la calda voce del soprano Elisa Turlà a fare da contorno. Un inno alle più belle poesie di Salvatore Quasimodo lette dal figlio Alessandro e da Carla Cassola. Sette quadri a rappresentare l’opera del poeta, tra cui: il dramma di un amore contrastato, quello fra Romeo e Giulietta; le acque tempestose di Odisseo; la guerra nel dialogo forte e intenso tra Edipo e Tiresia, e il dolore per i morti nel lamento di Danae. La fine della guerra segnata dal volo liberatorio delle colombe. Il tutto legato dalla musica.
(…) L’energia sprigionata da figuranti e attori ha coinvolto il pubblico presente, che alla fine è esploso in uno scrosciante e lungo applauso. Uno spettacolo di alto livello che ha impegnato anche realtà locali: è il caso dei figuranti, giovanissime promesse che stanno imparando l’arte della recitazione nei laboratori di Modica e Pozzallo; Angelo Ruta, Giovanni Spadola e Andrea Tidona, espressioni modicane che hanno trovato fortuna oltre lo Stretto; e Alessandro Quasimodo e Carla Cassola.
Modica – Suggestiva la rappresentazione davanti al Duomo per celebrare Quasimodo
POETI DELLA MEMORIA
Rosanna Bocchieri
La Sicilia 22/08/2001
In uno scenario barocco, sulle scalinate del duomo di San Giorgio, a Modica, si è svolto lo spettacolo di poesia, danza e musica In pietra mutata ogni voce per la regia di Angelo Ruta.
È stato come una rappresentazione classica, in cui Giulietta e Romeo, Odisseo, Edipo e Tiresia, hanno vissuto per due ore – in un gioco continuo di apparizioni e ombre – tra un pubblico assorto e plaudente.
L’azione è stata suddivisa in sette quadri tematici: Notte, Amore, Fato, Guerra, Vita, Terre e Acque; e “la forza espressiva dei gesti quotidiani, le tensioni e l’emotività dei versi” si sono fusi in un corpo omogeneo, con l’aiuto della coreografia dei figuranti e dell’energia degli attori.
(…) Si sente la presenza di Quasimodo, di Neruda, di Virgilio, di Cummings, di Saffo, di Catullo e degli altri poeti, fra la gente che segue tutto lo spettacolo assorta e silenziosa, senza accusare stanchezza. Interessante e suggestivo l’attento studio del corpus poetico quasimodiano e la preziosa tessitura drammaturgica resa da un preciso lavoro di squadra. Tutto lo spettacolo è contraddistinto da austerità e levità al tempo stesso, resi in gesti a volte ripetitivi, a volte leggiadri.
(…) Bravi gli interpreti, da Alessandro Quasimodo, figlio del Poeta, a Carla Cassola, Andrea Tidona, Simonetta Cartia, Giovanni Spadola, Pietro Pignatelli, Zamira Pasceri e Ivan Ristallo.
La luce è magica e diverse arie inondano la scalinata in un avvicendarsi di suoni profondi e dolci. Scoppiano gli applausi. I temi a volte sono conclusi da balletti, a volte sono legati fra loro. Efficace l’accompagnamento del Quartetto Diakhordon con la voce del soprano Elisa Turlà e Giuseppe Scucces alle percussioni.
Una vela bianca sorretta dai ballerini si muove con loro come in un mare in tempesta. Tutto è suggestivo fino a quando i ballerini adagiano sulle scale le lucerne e dentro di noi rimane la tristezza della fine.
Per una sera si è riusciti a far vivere le parole su questa scena composita e ammaliante, dove la pietra può dar vita a momenti magici collettivi che appartengono all’umanità. Un plauso alla coreografia dei figuranti di Serena Cartia, e alle scene ai costumi e alle luci di Giusi Digrandi. Hanno partecipato gli allievi del Laboratorio teatrale dei Comuni di Modica e Pozzallo.
CELEBRAZIONI IN FORMA DI SPETTACOLO E DI MEMORIA
Giovanni Criscione
Stilos, La Sicilia 21/08/2001
Cent’anni di ingratitudine. Ovvero il rapporto tra Salvatore Quasimodo e Modica, sua città natale. Un rapporto difficile com’è spesso quello tra personalità forti: il temperamento del poeta da un lato, l’orgoglio antico d’una città nobile ma decaduta, dall’altro. A mostrarsi ingrato era stato dapprima il poeta che, teso alla ricerca delle radici greco-sicule della sua poesia, s’era scelto più nobili natali, preferendo Siracusa, città del mito, a Modica, città della realtà. Una realtà prosaica, ordinaria, quella dove Salvatore Quasimodo era nato per caso il 20 agosto di cento anni fa, da Clotilde Ragusa e da Gaetano, un oscuro dipendente delle Ferrovie dello Stato originario di Roccalumera ma in servizio a Modica come capostazione. Ed a riscattarla, quella realtà, non bastava nemmeno il fatto che, nella stessa via, a pochi metri da lui, fosse nato tre secoli prima il celebre filosofo Tommaso Campailla.
Ma Modica, quanto a ingratitudine, non fu da meno del poeta. Ferita dalle reticenze del Nobel, la città, infatti, ha sempre mantenuto nei suoi riguardi un contegno tra l’indifferenza e l’ostilità. Ne sanno qualcosa gli eredi del Nobel scomparso, che hanno atteso vent’anni per vedere una via del centro di Modica intitolata a Quasimodo. Lo mostrano chiaramente le polemiche precedute e seguite all’acquisto da parte del Comune di cimeli e documenti appartenuti al poeta. L’indifferenza dei modicani, del resto, sta scolpita su quella lapide, rimossa solo qualche anno fa dalla casa natale del poeta, che lo diceva insignito del Premio Nobel “per la poesia” anziché, com’è corretto, per la letteratura. E questo la dice lunga sull’attenzione che la città ha dedicato alla memoria di Quasimodo. Ma adesso Modica ha voltato pagina ed ha inteso rappacificarsi idealmente con l’illustre figlio.
L’occasione è venuta dalle manifestazioni organizzate dal Comune e dalla Provincia per il centenario della nascita del poeta. I tre spettacoli, pur con formule diverse, (poesia e musica, introdotte dal critico e giornalista Rai Antonio Maria Di Fresco in Aspettando Quasimodo; il recital in Festa per il compleanno del caro amico Salvatore Quasimodo, regia di Aldo Reggiani; teatro, danza, musica e poesia in In pietra mutata ogni voce), hanno avuto un unico scopo: seppellire vecchie ruggini e nuove polemiche e dar voce alla poesia di Quasimodo.
Il clou delle manifestazioni è stato lo spettacolo In pietra mutata ogni voce, andato in scena la sera del 20 e prodotto col contributo del Comune di Modica, della Provincia Regionale di Ragusa e del Parco Letterario Salvatore Quasimodo, per la regia di Angelo Ruta.
Lo spettacolo, cogliendo in pieno gli obiettivi della committenza, ha cercato di illuminare e penetrare a fondo il senso della poesia quasimodiana. E la poesia ha compiuto il miracolo: è riuscita a mettere tutti d’accordo sul fatto che la vera patria dei poeti, in fondo, è la poesia, non questa o quella città, ricucendo così lo strappo tra il poeta e i suoi concittadini. Pensato come rappresentazione greca, totale, dal regista che, come Quasimodo, è nato in Sicilia ma vive a Milano, In pietra mutata ogni voce (il titolo riprende un verso di Alla notte) è nato dalla suggestione scenografica del tondo dipinto dal maestro Guccione sulla volta del “Teatro Garibaldi”. Quel tondo, crollato il 13 giugno scorso, è rinato nella rappresentazione scenica, con attori e musicisti che hanno animato, come nel dipinto, la scalinata del duomo. La paritura dell’azione in sette quadri (notte – amore – fato – guerra – vita – terre – acque) ha consentito un rapido ma denso attraversamento dei principali nuclei tematici della poesia quasimodiana, mettendone in risalto, attraverso la visibilità muta dei figuranti e l’energia degli attori, emotività e forza espressiva.
I quadri, che circoscrivono la poesia del mito siculo-greco, chiudono la parabola umana e poetica di Quasimodo coi versi tradotti dall’Odissea, quasi a sancire un’analogia con Ulisse, anch’egli, come il poeta, esule involontario. Uno spettacolo, dunque, ricco di significati – non sempre facili da cogliere – che ha puntato alla riscoperta artistica e umana del poeta. Una riscoperta che giunge però quando ormai una larga schiera di critici parla di Quasimodo alla stregua di un caso gonfiato, definendolo un minore di grande talento. Strano destino, quello di Modica, città prima indifferente al poeta osannato dalla critica, ed ora solitaria corifea della sua poesia.
MODICA – “IN PIETRA MUTATA OGNI VOCE”, POESIA MUSICA E TEATRO
PER RICORDARE QUASIMODO
Antonio Di Raimondo
Gazzetta del Sud 20/08/2001
Modica – La settimana che si apre si presenta densa di appuntamenti nel ricordo del “Nobel” per la Letteratura Salvatore Quasimodo, a cento anni esatti dalla nascita. Fino a mercoledì prossimo si susseguiranno senza sosta gli appuntamenti per celebrare degnamente il grande poeta a cui Modica diede i natali.
(…) L’appuntamento clou è costituito, stasera, alle 21.30, dall’atteso spettacolo In pietra mutata ogni voce, che avrà come ideale e suggestivo proscenio la splendida scalinata del Duomo di San Giorgio che, per l’occasione, sarà ricoperta da tre tonnellate di sale, al fine di creare l’effetto neve e rendere ancora più incantevole lo scenario barocco in cui lo spettacolo si snoderà in un insieme di versi, musica, danza e canto, per la regia di Angelo Ruta.
Il regista ha pensato a un originale connubio tra grecità e sicilianità, per dar vita ad una originale rappresentazione che fonde insieme poesia, musica e teatro. Lo spettacolo è formato da sette quadri legati alla poetica del “Nobel”: Notte, Amore, Fato, Guerra, Vita, Terre e Acque.
(…) Il cast è composto da Alessandro Quasimodo, Carla Cassola, Andrea Tidona, Simonetta Cartia, Giovanni Spadola, Pietro Pignatelli, Zamira Pasceri e Ivan Ristallo; con la partecipazione del quartetto “Diakhordon”, del soprano Elisa Turlà e di Peppe Scucces alle percussioni. In scena ci saranno anche l’Ensemble dell’Orchestra di Fiati “Città di Modica”, diretta da Francesco Di Pietro, gli allievi dei laboratori teatrali dei Comuni di Modica e Pozzallo.
L’iniziativa è curata dal Parco Letterario “Salvatore Quasimodo – La terra impareggiabile” e da “Gioventù Musicale d’Italia”, in collaborazione con il Comune di Modica e la Provincia di Ragusa.
“Con Modica Quasimodo ebbe – sottolinea l’assessore comunale alla Cultura Giuseppe Barone – un rapporto delicato e continuo. La città è stato il luogo della sua fanciullezza e dei primi sentimenti. Così come a Modica è tornato da “Premio Nobel” nel ’62, tributandole un omaggio di riconoscenza e amore, oggi Modica ricambia questo rapporto con l’illustre figlio”.
Domani sarà presentato in prima nazionale il libro Lettere d’amore di Salvatore Quasimodo a Sibilla Aleramo; mentre fino a mercoledì prossimo si potrà visitare la mostra dei Parchi Letterari italiani, nell’atrio comunale di Palazzo San Domenico. L’iniziativa è a cura del Touring Club. Infine, tutti i giorni, dalle 10 alle 13, e dalle 17 alle 20 sono previste le visite guidate ai siti quasimodiani: sarà possibile visitare la casa natale del Poeta, in via Posterla, retrostante alla chiesa di San Pietro, e La Stanza della poesia in piazza Principe di Napoli.
Centenari. Stasera sul sagrato della chiesa di San Giorgio uno spettacolo commemorativo
E COSI’ QUASIMODO RIABBRACCIA LA SUA MODICA
Giornale di Sicilia 20/08/2001
Modica. In pietra mutata ogni voce: questo il tema scelto per ricordare i cento anni dalla nascita di Salvatore Quasimodo, il Nobel modicano, con uno spettacolo promosso dal Comune di Modica, assessorato alla Cultura; con il contributo della Provincia regionale di Ragusa, del Parco Letterario “Salvatore Quasimodo – La terra impareggiabile” e della “Gioventù Musicale d’Italia”. Spettacolo che si terrà sul sagrato della chiesa di San Giorgio stasera alle 21.30.
Lo spettacolo si compone di sette quadri, con una scelta che si aggancia ai temi legati alla poetica del Nobel scomparso: Notte, Amore, Fato, Guerra, Vita, Terre e Acque. Tutto si sviluppa tra recitazione, mimica, suoni, luci e colori. Fanno da base le poesie, stralci di traduzioni, soprattutto quelle dei classici greci, che si intrecciano con pause musicali.
Del cast fanno parte Alessandro Quasimodo, Carla Cassola, Andrea Tidona, Simonetta Cartia, Giovanni Spadola, Pietro Pignatelli, Zamira Pasceri e Ivan Ristallo; con la partecipazione del quartetto “Diakhordon”, Elisa Turlà soprano e Peppe Scucces alle percussioni. In scena anche l’Ensemble dell’Orchestra di Fiati “Città di Modica”, diretta da Francesco Di Pietro, e gli allievi del Laboratorio teatrale del Centro Giovani del Comune di Modica e di quello del Comune di Pozzallo.
“Tutto sembra sintetizzarsi – dice il regista Angelo Ruta – in un abbraccio tra Quasimodo e la sua città: dove a parlare sono le immagini della sua poesia, i gesti dell’infanzia e – ancor più – il ricordo dell’infanzia”.
“Con Modica Quasimodo ebbe un rapporto delicato e continuo. La città è stato il luogo della sua fanciullezza e dei primi sentimenti – dichiara il professore Giuseppe Barone, assessore alla Cultura – così come a Modica è tornato da “Premio Nobel” nel 1962, tributandole un omaggio di riconoscenza e d’amore. E oggi Modica ricambia questo rapporto con l’illustre figlio”.
Le Poste Italiane oggi emetteranno un francobollo commemorativo di Salvatore Quasimodo, nel centenario della nascita: ogni emissione è accompagnata dalla pubblicazione di bollettini illustrativi. L’annullo del francobollo celebrativo sarà effettuato in piazza Principe di Napoli, davanti a Palazzo San Domenico, sede del Comune, dalle 9 alle 13.
“In pietra mutata ogni voce” è il titolo dello spettacolo dedicato al Nobel
MODICA, RICORDANDO QUASIMODO
PALCOSCENICO IL DUOMO DI SAN GIORGIO
Loredana Modica
Il Giornale di Sicilia 19/08/2001
Modica (Rg) – “Penso ai versi di Quasimodo come a una rappresentazione greca, penso ai personaggi che hanno preso vita con le sue parole, evocati per una sera in un gioco di apparizioni e ombre. Romeo e Giulietta, Odisseo, Edipo e Tiresia, Danae”. Si esprime così il regista dello spettacolo che sarà messo in scena domani alle 21.30 sulla scalinata del Duomo di San Giorgio, per celebrare il centenario della nascita del poeta, Premio Nobel per la Letteratura, Salvatore Quasimodo.
“Ho cercato” – aggiunge Angelo Ruta – di cogliere la forza espressiva dei gesti quotidiani, la tensione e l’emotività dei versi, aiutato dalla coreografia sensibile dei figuranti e dall’energia degli attori”. Angelo Ruta, modicano, vive da diversi anni a Milano, dove ha potuto esprimere il proprio talento artistico; è ritornato in città per contribuire alla messa in scena dello spettacolo che vedrà la presenza di un attore modicano già affermato, come Andrea Tidona. Angelo Ruta definisce la superba scalinata del Duomo di San Giorgio “scenario naturale e vertiginoso” dove “la musica, la poesia di corpi che si muovono e le pietre” renderanno alla memoria di Salvatore Quasimodo il giusto onore.
In pietra mutata ogni voce è uno spettacolo di versi, musica, danza e canto. Si compone di sette quadri, che riflettono i temi legati alla poetica del “Nobel”: Notte, Amore, Fato, Guerra, Vita, Terre e Acque. Del cast fanno parte Alessandro Quasimodo, figlio del poeta, Carla Cassola, Andrea Tidona, Simonetta Cartia, Giovanni Spadola, Pietro Pignatelli, Zamira Pasceri e Ivan Ristallo; oltre ai giovani dei laboratori teatrali di Modica e Pozzallo. Partecipano inoltre il “Quartetto Diakhordon”, il soprano Elisa Turlà, il percussionista Peppe Scucces e l’Ensemble dell'”Orchestra di Fiati Città di Modica”.
(…)
I CENTO ANNI DELLA NASCITA DI QUASIMODO,
MODICA RENDE OMAGGIO AL SUO PREMIO NOBEL
Giornale di Sicilia 9/08/2001
Modica (Rg) – Salvatore Quasimodo sarà ricordato a 100 anni dalla nascita a Modica, sua città, a qualche centinaio di metri in linea d’aria dalla casa natale di via Posterla, presso la scalinata del duomo barocco di San Giorgio. La manifestazione per il Nobel per la Letteratura è in programma alle 21.30 del 20 agosto, nel giorno della sua nascita.
Sulla scalinata a forma di ostensorio saranno una settantina fra attori, musicisti, ballerini e figuranti. Lo spettacolo viene prodotto con il contributo dell’assessorato alla Cultura del Comune di Modica, della Provincia di Ragusa e del Parco Letterario intitolato a Quasimodo. Il progetto scenico è scritto e diretto da Angelo Ruta, con il coordinamento di Mariolina Marino per Gioventù Musicale d’Italia. Sulla scena saranno, tra gli altri, il figlio del poeta, Alessandro Quasimodo, Carla Cassola e Andrea Tidona. Nello spettacolo I versi di Quasimodo si alternano alle sue traduzioni di Shakespeare, Neruda, Cummings, Arghezi e dei lirici greci, cui fanno da contrappunto le musiche del quartetto d’archi Diakhordon, con un repertorio moderno e contemporaneo, la voce del soprano Elisa Turlà, le percussioni di Giuseppe Scucces e I brani tradizionali dell’Orchestra di fiati “Città di Modica”.
“Abbiamo scelto la scalinata del duomo di San Giorgio – dice Angelo Ruta – perché è un sito di grande fascino, mai utilizzato in precedenza e capace di sprigionare grandi sensazioni, come le poesie del poeta modicano”.
MODICA RICORDA QUASIMODO
La Sicilia 09/08/2001
Modica. Salvatore Quasimodo sarà ricordato a 100 anni dalla nascita a Modica, sua città, a qualche centinaio di metri in linea d’aria dalla casa natale in via Posterla, nell’incantevole scenario della scalinata del duomo barocco di San Giorgio. La manifestazione per il Nobel per la Letteratura è in programma alle 21.30 del 20 agosto, nel giorno della nascita. Sulla scalinata a forma di ostensorio saranno una settantina fra attori, musicisti, ballerini e figuranti.
Lo spettacolo viene prodotto con il contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Modica, della Provincia di Ragusa e del Parco Letterario intitolato a Quasimodo. Il progetto scenico è scritto e diretto da Angelo Ruta con il coordinamento di Mariolina Marino per “Gioventù Musicale d’Italia”. Sulla scena saranno, tra gli altri, il figlio del poeta Alessandro Quasimodo, Carla Cassola e Andrea Tidona.
Nello spettacolo i versi di Quasimodo si alternano alle sue traduzioni di Shakespeare, Neruda, Cummings, Arghezi e dei lirici greci, cui fanno da contrappunto le musiche del Quartetto d’archi “Diakhordon”, con un repertorio moderno e contemporaneo, la voce del soprano Elisa Turlà, le percussioni di Giuseppe Scucces e i brani tradizionali dell’Orchestra di fiati “Città di Modica”.
“Abbiamo scelto la scalinata del duomo di San Giorgio – dice Angelo Ruta – perché è un sito di grande fascino, mai utilizzato in precedenza e capace di sprigionare grandi sensazioni, come le poesie del grande poeta modicano”.